Affrontare felicemente le innovazioni

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Questo pezzo nasce dal brainstorming via Skype tra Giacomo Tomasini, Giuseppe Longhi, Linda Comerlati e Nicola Preti.
 
Il progetto BKC (Bassano Knowledge City) si sta evolvendo assieme alla sua agenda. Gli scopi dichiarati sono il decoupling (http://issuu.com/vod_group/docs/vod_article_15_lc) come rinnovo del sistema di produzione e delle infrastrutture urbane, cogliendo le innovazioni “distruttive” come nuove opportunità.
 
Il modello di progettazione è un sistema di apprendimento coerente con le politiche europee che ha l'obiettivo di aumentare il tasso di creatività attraverso l'individuazione dei luoghi della “città creativa”.
 
Per questo motivo sono state prese le mappe tematiche del comune di Bassano e trasferite in una mappa interattiva che utilizza la piattaforma http://umap.openstreetmap.fr/it/Potete vedere la mappa al link: http://umap.openstreetmap.fr/it/map/bassano-knowledge-city_8303#13/45.7858/11.6994
 
Abbiamo suddiviso i luoghi del sapere in livelli che raggruppano gli asili nido, le scuole dell’infanzia, le scuole primarie, le scuole secondarie di primo grado e le scuole secondarie di secondo grado. I luoghi della creatività sono stati suddivisi in musei, teatri e cinema.
 
 
Abbiamo poi mappato la connettività, individuando la rete wi-fi gratuita http://wifi.diesel.com/portal/desk/map.php, perché questa infrastruttura è importante per garantire la connettività delle persone (P2P), la connettività delle cose (M2M) e delle persone con le cose (P2M). È di ieri la notizia che agli internazionali di tennis di Roma le racchette sono state connesse a internet (http://www.repubblica.it/sport/tennis/2014/05/14/news/racchette_2_0-86158498/).
 
Il passo successivo sarà quello di integrare il modello “sistema di apprendimento” con l’uso sostenibile delle risorse.
 
Per capire questo abbiamo applicato una metodologia di progettazione che utilizza i principi proposti dall’UE:
-illimitatezza della creatività umana come bene illimitatamente disponibile,
-intangibilità delle risorse naturali che devono sempre essere ricostruite nel processo progettuale,
-resilienza e inclusività che sono la base di un modello di amministrazione "aperto".
 
Il nostro obiettivo è quello di minimizzare il consumo di risorse naturali, eliminando i rifiuti e le emissioni, producendo energia da risorse naturali, lavorando per l’autonomia alimentare, costruendo edifici ed infrastrutture a basso impatto e attivi.
 
Abbiamo iniziato con il calcolo dell’impronta ecologica per avere un’idea della misura di eccesso di pressione sul territorio di Bassano esercitata dall’uomo. Il valore ottenuto è di 34 volte maggiore rispetto alla capacità biotica del territorio. Questo dato ci permetterà di fare delle riflessioni sulle cause di questo eccesso.
 
Lo scopo ora sarà quello di abbassare la pressione ambientale e per farlo seguiremo gli standard al 2030 e 2050 dei programmi UE e di Rio+20http://www.uncsd2012.org/7issues.html
 
Il tema del progetto che emerge è quello della riconversione delle aree limitrofe ai nodi creativi, cercando di individuare gli stimoli innovativi, che lo strumento urbanistico esistente (PAT), con scopi obsoleti, non riesce ad individuare.
 
Al centro del progetto BKC Bassano Knowledge City ci deve essere la cloud che accoglie i cittadini e il sapere e collega le scuole, le biblioteche, i musei, ecc. ai luoghi della creatività e alla produttività della natura e lo comunica ai cittadini.
 
La nostra idea è quella di identificare la performance della nuova occupazione dando opportunità ai "nuovi comuni" (studenti e gestori della conoscenza) di coinvolgere le imprese locali per creare nuove opportunità di lavoro connesse ai mercati internazionali.
 
http://www.vodblogsite.org/indice-blog/549-affrontare-felicemente-le-innovazioni.html
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Il crowdfunding che funziona può far costruire un ponte

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Il crowdfunding che funziona può far costruire un ponte

In Olanda è stata lanciata una campagna di crowdfunding per la costruzione di un ponte pedonale, chiedendo ai cittadini di contribuire per l’acquisto di tavole di legno per la sua costruzione.

In un periodo di difficoltà economica per le istituzioni i lavori pubblici gravano pesantemente sui bilanci locali e le amministrazioni spesso non sono in grado di trovare i fondi da investire in infrastrutture a basso impatto. A Rotterdam però hanno avuto l’idea di chiedere ai cittadini un piccolo sforzo per finanziare un’opera pubblica.

La città di Rotterdam in questo periodo, fino ad agosto ospita la quinta International Architecture Biennale Rotterdam (IABR) fino ad agosto, e la sua esposizione principale  è intitolata “Making City“, con un focus sulla nuovi modi intelligenti per rendere le città più vivibili. Lanciato recentemente dalla IABR e dallo studio di architetti ZUS, il progetto “I Make Rotterdam” si concentra sulla zona che si estende da Rotterdam Central District a Pompenburg e Hofbogen. L’area intorno alla Hofplein era il centro vivo della città, ma ora è dominata da grandi facciate dei grattacieli e dal traffico spiega il progetto. La sfida è quella di utilizzare mezzi non convenzionali per animare l’area rapidamente con la creazione di collegamenti pedonali e rafforzare i programmi esistenti.

Di conseguenza, un ponte pedonale in legno soprannominato il Luchtsingel si estenderà per 350 metri e necessita 17.000 tavole di legno per la sua costruzione. I cittadini sono invitati a aiutare a finanziare lo sforzo con donazioni di qualsiasi importo tra  25€ per una tavola e 1.250 euro per una sezione dell’intero ponte – a prescindere dalle dimensioni del loro acquisto, possono inscrivere le tavole finanziate con il proprio nome o qualsiasi altro testo a loro scelta. La cosa più interessante è che la lunghezza del ponte dipenderà dal numero di assi acquistate. Con oltre 1.000 partecipanti fino ad oggi, finora è stato costruito circa il 17% del ponte.

https://www.youtube.com/user/luchtsingel

https://www.facebook.com/LuchtsingelRotterdam

Abbiamo visto un sacco di iniziativa di crowdfunded nel corso degli anni, ma l’unicità di I Make Rotterdam è quella di essere un’iniziativa civica  per chiedere ai cittadini di investire i loro soldi nel quartiere in cui vivono. 

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Una progettazione locale in sincronia con il modello di sviluppo dell'Unione Europea

BKC_mappa Il modello di progettazione proposto dall'UE è metabolico ed esso si articola in:

-studio degli ecosistemi di cui si valuta: il clima, la morfologia, la qualità del suolo, la biodiversità (flora, fauna, paesaggio), l'acqua e di tutti questi fattori si valuta la produzione di beni e servizi

-studio del capitale fisico (edifici, infrastrutture, risorse finanziarie...)

La connettività è la variabile di progettazione che più si è evoluta negli ultimi anni grazie alla:

-capacità di trasmissione compresa tra 20 e 100 Mb in Italia (all'estero tra 100 e 200 Mb)

-capacità di connettività illimitata riguardo alle persone e oggetti.

Infatti oltre alla connessione people to people (P2P) parliamo di connessione fra macchine ed oggetti (M2M) e infine people to machine fra persone e macchine (P2M).

Questo scenario dilata il sistema relazionale della città.

Apre la via a nuove prospettive progettuali con il M2M, avviando un processo di sostituzione dei tradizionali servizi, pubblici e privati, con procedure immateriali (tramite app).

Genera una nuova infrastruttura "soft" destinata a produrre data base, soprattutto grazie all'iniziativa pubblica. E' questa la nuova industria di base che è destinata ad avere lo stesso ruolo che ha avuto ad esempio la siderurgia nell'epoca industriale.

Abbiamo mappato i punti Wi Fi gratuititi della città di Bassano del Grappa costruendo una mappa interattiva.

La connettività è l'infrastruttura che permette di dilatare i confini di Bassano verso il globale, tesa ad accogliere nuovi flussi culturali capaci di rinnovare il sistema produttivo ed allargare i confini in base all'intensità dei nuovi flussi di relazione.

Tratto da Bassano Urban Design: una progettazione locale  sincrona con il modello di sviluppo dell'Unione Europea, prof. Giuseppe Longhi presentato in occasione della conferenza "Illuminiamo il futuro", Bassano del Grappa, 29 aprile 2014.

http://www.vodblogsite.org/

http://www.vodblogsite.org/weblog.html

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RASSEGNA STAMPA su MOBILITÀ SOSTENIBILE.

Pasetto, Forte, Davoli: «Via a commissione»

Finanziare piste ciclabili con l’aiuto dei cittadini

Raccogliere soldi, anche coinvolgendo direttamente i cittadini, per migliorare le condizioni delle piste ciclabili e a costruirne di nuove. A questo, fra l’altro, dovrebbe provvedere una commissione del Consiglio comunale che lavori sulla mobilità ciclabile, proposta dal consigliere comunale della Lista Tosi Giorgio Pasetto, con il sostegno di altri due colleghi tosiani, Katia. Forte e Arisel Davoli. Parte integrante del progetto, spiega Pasetto, sarà coinvolgere la cittadinanza attraverso una campagna di cofinanziamento dal basso. «Servirà a raccogliere i fondi necessari a realizzare opere decise sulla base delle scelte dei cittadini che vorranno, in modo del tutto volontario, donare una quota a piacere per questa iniziativa». «Ampliare e migliorare le piste ciclabili porterebbe tantissimi vantaggi per la viabilità e la vivibilità della città e per la salute», commenta ancora l’esponente della maggioranza in Comune. «Tante volte si resta alle parole, perché passare ai fatti richiede ingenti risorse economiche, ma spero che la nostra idea, il finanziamento “dal basso”, abbia un riscontro, forte dell’utilità che il progetto avrebbe per la comunità di riferimento, i ciclisti, che a Verona sono molti». In questa prospettiva, precisa il consigliere, «è doveroso chiarire che non potranno essere i cittadini a sostenere tutte le spese per le opere e che non potremo fare a meno dell’aiuto di esperti e imprese di settore. Io e gli altri consiglieri Forte e Davoli abbiamo già individuato Nicola Preti, architetto veronese specializzato sul tema delle “smart cities”, ma la volontà è quella di attivare una rete professionale ad alto valore aggiunto».

L’Arena del 20 aprile 2014

Per altri progetti simili:

http://www.mothernewyork.com/work/bike-like-a-new-yorker/

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#crowdfunding

#finanziamento dal basso

#smartcity

#Verona

#piste ciclabili

L’intelligenza della città 
è appesa alle relazioni

By Nunzia Borrelli 

Sempre più di frequente, politici, tecnici e amministratori oltre a sviluppare politiche e a implementare pratiche, si interrogano e partecipano a discussioni sulla “forma” della città contemporanea, sulla sua evoluzione, su quali debbano essere gli  sviluppi ad essa più consoni, su come la “città” possa positivamente rispondere ai bisogni della gente.

La questione non è nuova, al contrario è stata,nel corso del tempo,formalizzata in vario modo. Italo Calvino, ad esempio, già nel 1972 scriveva: “D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”.Oggigiorno l’attenzione continua a essere centrata sulla capacità della “città” di intercettare e soddisfare la domanda degli individui, ma i termini della discussione sono mutati con un riposizionamento dell’asse della riflessione su questioni che ineriscono al coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali e nella governance urbana o sul ruolo delle nuove tecnologie nella diffusione di innovazioni.Il confronto su questi temi ha portato all’introduzione di nuovi termini come “città intelligente” e“città digitale”,orientati a esprimere l’importanza delle nuove tecnologie come volano per lo sviluppo economico e l’innovazione sociale, oppure smart city che, pur riconoscendo alle nuove tecnologie un ruolo fondamentale, si distingue dalle precedenti in quanto attribuisce una maggiore importanza alla dimensione umana e a tal fine introduce termini come smart community e smart people.

A dare un contributo alle questioni poc’anzi menzionate sono, tra altri e in maniera molto diversa tra loro, due studiosi stranieri che saranno ospiti di Laboratorio Expo della Fondazione Feltrinelli ed Expo Milano 2015: Robert Hollands dell’University of Newcastle uponTyne e Jana Carp del Saint Mary’s College of California [1].

Robert Hollands è noto per aver definito il concetto di smart cities e aver spiegato quando una città si può definire smart. In altre parole, una città non può considerarsi smart se non è in grado di stimolare la valorizzazione del capitale umano, ossia se non è in grado di mettere le persone che la abitano, la vivono, in condizioni di sviluppare al meglio le proprie capacità. In questo contesto, un ruolo centrale è attribuito alla costruzione di reti: reti che riguardano le relazioni tra individui, ma anche relazioni tra individui e oggetti, soprattutto le nuove tecnologie. Le nuove tecnologie, infatti,rendono una città smart quando da patrimonio di pochi riescono a diventare capitale condiviso e sono al servizio delle diverse popolazioni urbane. La capacità di fare rete e di creare delle forme di fiducia,sia tra gli individui sia con le nuove tecnologie, si rivela essere la chiave di volta della smart city, in quanto è la presenza stessa di queste relazioni a essere fucina di nuove progettualità.

La crescente importanza attribuita alle relazioni e alla capacità di azione degli individui avvicina i sostenitori del modello smart ai fautori di quello slow. Una città slow tenta di implementare a livello locale e territoriale i valori di slow food e di far dialogare in maniera proficua la dimensione sociale, più legata all’azione degli uomini, con quella ecologica. Jana Carp, nel mettere a fuoco le caratteristiche principali di una slow city, attribuisce un’importanza rilevante alla dimensione delle resilienza. Nello specifico, la resilienza, che indica la capacità di sopportare e reagire a shock esterni senza riportare gravi danniè attivata e implementata a scala urbana attraverso l’incentivazione di meccanismi collaborativi tra diversi attori del territorio, inclusa la società civile. Nello specifico,la Carp parla di adaptive governance per indicare pratiche di governo della città che si basano sulla costruzione di reti sociali. Aspetto centrale di questo processo è la produzione e la messa in circolazione di conoscenza,nonché lo sviluppo di forme di apprendimento che contribuiscono a far maturare negli attori coinvolti una certa capacità di reazione agli eventi, classificabile come attitudine alla resilienza.

Integrare queste due prospettive è uno degli scenari più promettenti della ricerca in questo settore, infatti la convergenza dei focus di studio e anche degli obiettivi e delle risposte a molti problemi  indicano che le posizioni smart e slow ben lungi dall’essere antagoniste presentano numerose sovrapposizioni. Ragionare su tali sovrapposizioni e progettare azioni che ne tengano conto rappresenta una sfida e un’opportunità non solo per gli analisti ed i progettisti, ma soprattutto per la città nella sua complessità, che nel recuperare “tracce” di capitale umano, si rivela in grado di “tracciare” i contorni del proprio futuro.

#smartcity

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DAI LUOGHI AGLI SPAZI: la geografia è morta

Questa dichiarazione è diventata un luogo comune tra i sostenitori del digitale e delle telecomunicazioni. E’ parere diffuso che con l’avvento delle comunicazioni universali ed economiche si stia inaugurando un’era dove la distanza, il luogo, i beni immobili e la geografia diventano irrilevanti. Ciò è vero solo in parte.

Il luogo conta ancora molto e sarà così per molto tempo ancora. In ogni caso, la nuova economia opera in uno “spazio” piuttosto che in un luogo e, col tempo un numero sempre maggiore di transazioni economiche si sposterà in questo nuovo spazio.

La geografia e i beni reali rimarranno comunque reali. Le città cresceranno e il valore di un luogo caratteristico-come per esempio di un’area naturale, o un affascinante villaggio di collina - non farà altro che aumentare.

In conclusione si proclama la morte della distanza e l’arrivo della globalizzazione.

Per approfondire leggete il libro “Nuove regole per un nuovo mondo” di Kevin Kelly.

#kevinkelly @veronasmartcity

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