“In tempo di pandemia e lockdown mi sono accorto di avere molto tempo libero a disposizione e si è creata quindi la necessità di avere nuovi impegni.
Tra le attività, ho potuto approfondire, da architetto, un argomento a me molto caro, ma al quale non avevo potuto dare il giusto tempo e le giuste attenzioni: l’architettura ecologica.
Ho perso il conto dei corsi online ed approfondimenti che ho potuto seguire in quei mesi.
Ma ad ogni argomento che approfondivo, notavo che c’era altro da scoprire e da studiare.
La mia ricerca si è però incentrata sulle case in paglia, perché le case in paglia rappresentano, secondo le considerazioni a cui sono arrivato, le costruzioni più performanti ed ecologiche.
Questi edifici, non sono solo un risultato finale, ma invitano a nuove ricerche, a nuove soluzioni e a nuovi ragionamenti per sane abitudini abitative.
Ho comprato dei libri in francese che mi potessero dare spiegazioni alle mie infinite e nuove domande; mi sono iscritto ad un’associazione di case bio (INBAR); ho seguito corsi in presenza; ho finalmente conosciuto dei colleghi con cui mi sono confrontato e che mi hanno confortato (perché trovare qualcuno che ti parlasse con schiettezza e sincerità di questo mondo, non è che ne esistano tanti).
Ma la mia sfida era quella di costruire una casa per me e per la mia famiglia secondo questi principi. E credetemi, le domande, insieme alle mille paure, erano tante.
Fino a quando non ho letto ed approfondito gli interventi del collega architetto Nicola Preti.
Il suo modo di lavorare è differente, quasi da amanuense; tanta è la sua cura per i particolari.
Ma la cosa straordinaria è che non tiene il suo sapere per sé, lui cerca di diffonderla con dovizia.
All’ultimo webinar “Bioedilizia? No, grazie!”, non ho potuto partecipare per problemi di connessione. L’indomani mi chiama una persona del suo studio e gentilmente mi mette a disposizione la replica del webinar e per di più mi hanno dato la possibilità di una consulenza gratuita.
Non ho parole per esprimermi per questo servizio.
Quando ci siamo sentiti per la consulenza (anche lì puntualissimo), ho sentito fortemente la necessità di ringraziarlo.
Quello che fa lui non lo insegnano nelle Facoltà di Architettura: dare ai colleghi le “proprie tavole”.
Ma chi l’ha fatto, sa che ne trae solo guadagno.
Ringrazio ancora una volta Nicola per l’imponente lavoro di ricerca e di divulgazione che sta svolgendo."