Non possiamo più progettare gli edifici senza tener conto dell'ambiente e degli impatti sulle risorse.
Tutto, dagli edifici in cui viviamo al modo in cui ci muoviamo, dovrebbe essere ottimizzato, e il consumo delle risorse dovrebbe combattere il cambiamento climatico provocato dalle emissioni di CO2. Dovremmo rallentare l'utilizzo di energia, come se fosse limitata, e l'utilizzo delle risorse.
Come fare? La risposta è molto semplice dal punto di vista teorico: seguire le leggi fisiche di ottimizzazione, proprio come succede in natura.
Il Sole
Il sole è il nostro maggiore punto di riferimento per il futuro: dipendiamo al 100% dal sole per il cibo, materiali ed energia e anche le norme costruttive dovrebbero includere l'orientamento solare.
Un'altra questione esilarante riguarda i camini. Molti progettisti e committenti istintivamente li associano alla forma tradizionale degli edifici, e li vedono come parte essenziale dell'archetipo di una casa. Ma questa è solo una questione di gusto, che ormai non dovrebbe più avere la precedenza rispetto alle questioni di ottimizzazione di risorse ed energia. Il camino infatti è un inutile dissipatore di calore di cui si può tranquillamente fare a meno nei nuovi edifici!
Gli edifici generalmente non seguono una forma dettata dallo studio della fisica con un risultato previsto. Il più delle volte è il risultato di emozioni e desideri: mangiare, bere, riposare, trasportare, ecc. Ma il bisogno urgente di oggi è quello di progettare in modo efficace rispetto alle risorse a disposizione, basandosi su un equilibrio tra uso/consumo e potenza aggiunta grazie alle radiazioni solari.
Riprendendo lo slogan più famoso dell'architettura moderna "la forma segue la funzione", dovremmo aggiungere "la funzione segue la fisica" e quindi "la forma segue la fisica".
Le normative edilizie
Già negli anni '90, si è cercato di imporre l'orientamento obbligatorio delle falde dei tetti verso sud, per sfruttare il naturale potere energetico del sole. Ma non si è mai arrivati a inserirlo nelle norme edilizie comunali.
Ancora oggi, pur avendo enormi conoscenze sullo stato delle risorse naturali e sugli effetti del cambiamento climatico, viene negato che le nostre costruzioni e il nostro modo di consumare dipenda dalle risorse che abbiamo a disposizione.
Seguire le leggi fisiche non è quello che la gente vuole perché non conosce l'argomento. Anche le decisioni politiche si fanno sulle emozioni, piuttosto che su ragionamenti dei dati del cambiamento climatico e sulle ottimizzazioni fisiche degli edifici per combatterlo.
Per muoversi contro il cambiamento climatico è indispensabile che la politica e la società promuovano nuove tecnologie (come le auto elettriche e le turbine a vento), invece di ridurle. Le turbine a vento seguono le leggi fisiche, ma l'ambiente che devono alimentare no. Gli ambienti e gli edifici costruiti sono ancora trattati con libera espressione e si viene derisi nel tentativo di discutere la libertà architettonica.
Ma è ridicolo: il settore delle costruzioni, responsabile del 40% (almeno) di tutti gli impieghi energetici e di materiali, così come dell’impatto sull’ambiente e sul cambiamento climatico.
LA CASA PATIO DEI CLIMI SEMI-ARIDI
Per esempio se devo progettare alloggi in un clima semi-arido, la prima cosa che farò è uno studio delle risorse della zona cercando di consumare meno suolo possibile e di far entrare meno calore possibile dall'esterno.
Per realizzare questo obiettivo dovrò progettare un rifugio fresco, naturalmente con il minimo dispendio di carburante fossile per raffrescare. La soluzione scaturita da una prospettiva di ottimizzazione terrestre si è rivelata quella che le culture più antiche avevano già imparato facendo: una casa patio profonda, nota anche come troglodita. È un patio scavato nel mezzo dell'edificio, con stanze scolpite nelle pareti laterali. L'impronta della costruzione è solo la dimensione del patio, il resto rimane come terreno seminabile e funziona allo stesso tempo come un tetto. Il risultato è un ambiente fresco, con un utilizzo minimo di terra, lasciando la massima capacità di generazione delle risorse nella copertura. Si potrebbe anche coprire il patio con i pannelli fotovoltaici, creando qualche reddito extra di risorse e persino un patio più fresco. È la traduzione ottimale di un approccio “La forma segue la fisica”, in questo caso una "forma negativa". Ha inoltre un altro vantaggio: non necessità di alcun materiale, ma ne “produce”: il terreno scavato. Naturalmente è un esempio estremo solo adatto a determinate aree, ma tuttavia illustra il punto.

Edificio in clima semi arido con la forma progettata per ombreggiare le facciate. (https://www.search.nl/#!content/khalifeyah-library-opening)
Tornare alle basi
Qualsiasi cosa stiamo progettando ormai siamo completamente dipendenti dai processi fisici. Possiamo trascurare questo fatto, ma solo a scapito del nostro capitale di risorse.
Dovremmo tornare alle basi, alle soluzioni più efficaci e sbarazzarci di tutti i fronzoli. Altrimenti non avremo alcuna possibilità di mantenere un certo livello di standard di vita. La fisica supererà le nostre costruzioni e specialmente gli architetti dovranno imparare ad affrontare questo problema, liberandosi delle reliquie del design vecchia scuola, come i camini. Massimizzando la produttività delle risorse fisiche, si aiuterà l'umanità a sopravvivere.
Può sembrare un po' esagerato, ma basta vedere la questione in questo modo: da decenni abbiamo trascurato i processi fisici e guardate dove ci ha portato a ridurre le risorse e ha prodotto un cambiamento climatico.
Qualunque cosa noi pensiamo, il mondo rimane un ambiente fisico e non un sogno artistico.
Clicca qui per leggere l'articolo che spiega come progettare edifici "vegetariani"
Testo tradotto e rielaborato da Ronald Rovers, "Form follow physics. On architecture 2".
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