IL MERCATO DELLE COSTRUZIONI

Il mercato delle costruzioni

Tra una fine crisi che non sembra arrivare e l’inizio della ripresa il mercato non è più lo stesso

di Lorenzo Bellicini - direttore Cresme

Nel primo trimestre del 2014 il PIL si è contratto del -0,1%, la disoccupazione ha toccato il suo picco massimo di 3,5 milioni di persone, il 46% dei giovani non lavora e al sud la percentuale sale al 61%, il debito pubblico supera i 2.100 miliardi di euro… La Commissione Europea ci dice che i conti non sono in ordine e ci rimanda a settembre… E i prezzi non crescono, o crescono assai poco, e permane il rischio deflazione. Tutti dati negativi che non fanno ben sperare.

Allo stesso tempo però, d’altro lato, cominciano a essere numerosi gli indicatori di una nuova fase di mercato: l’indice di fiducia delle famiglie e delle imprese è tornato a salire, ordini e fatturato sono migliorati, le importazioni tornano a crescere in diversi settori e le attese sulla dinamica del PIL nel secondo trimestre del 2014 sono positive. Secondo l’Istat tra marzo e giugno il Prodotto interno lordo potrebbe, infatti, spingersi fino a crescere del +0,4%. Certo, sempre secondo l’Istat, “il ritmo di espansione dell’attività economica si manterrebbe modesto”, e uno degli ostacoli da superare resterebbe il tasso di disoccupazione. La situazione resta complessa, i rischi sono alti, ma certo si confermano i “tentativi di rimbalzo” che segnano la fine di una fase e l’inizio, difficile, di una nuova.

Per il settore delle costruzioni la nostra lettura è chiara: fine del sesto ciclo edilizio, inizio del settimo nel 2014. Negli ultimi mesi abbiamo messo l’accento sui segnali di ripresa del settore: un po’ perché è quello che pensiamo sia necessario fare oggi, un po’ perché ieri non ne avevamo proprio nessuno.  Abbiamo visto l’aumento del 15% degli appalti nei primi tre mesi del 2014 (escludendo il bando Consip), abbiamo visto l’aumento delle vendite delle macchine movimento terra del 30% sempre nei primi tre mesi del 2014, abbiamo visto la crescita delle vendite di idrotermosanitari e di tegole, abbiamo visto il ritorno alla crescita della produzione di diversi materiali per le costruzioni, abbiamo visto l’aumento della domanda di mutui delle famiglie. Abbiamo visto il boom delle ristrutturazioni incentivate che nel 2013 raggiungono i 28 miliardi di euro. Certo i segnali negativi restavano sino a ieri sui mutui concessi, sulla nuova produzione edilizia residenziale e non residenziale e sulle compravendite di unità immobiliari.

Bene, con il primo trimestre del 2013 i mutui concessi alle famiglie sono cresciuti del 20% per l’Abi e per il 9,3% per Banca d’Italia, e soprattutto nel primo trimestre del 2014 le compravendite residenziali sono cresciute del 4,1% e quelle commerciali del 4,7%. Il CRESME si aspettava un dato positivo già nel quarto trimestre del 2013, che non c’è stato, anche per il fatto che “rogitando” nel 2014 invece che nel 2013 si sarebbe pagata una tassa del registro più bassa. La crescita delle compravendite residenziali è stata del 10,5% nel centro, con un +17,3% nei capoluoghi e +4,7% al nord, con i capoluoghi a +8,7%. Restano invece negativi, a -1,7%, le compravendite nel sud. Ma il mercato immobiliare è finalmente tornato al segno positivo.

È il primo segnale positivo che viene dal mercato immobiliare, ci saranno rimbalzi, ma i prezzi sono scesi, le banche aprono alle famiglie e la domanda nel tempo si è accumulata e trova possibilità in una offerta conveniente: l’affordability è migliorata. Il problema è che si vendono e si affittano molte abitazioni usate, così le nuove costruzioni continuano a segnare il passo.

La ripresa è iniziata, ma guarda a un mercato diverso rispetto a quello di prima e non tocca le nuove costruzioni: riqualificazione, riqualificazione, riqualificazione… sarà il mantra nel settimo ciclo edilizio, insieme a innovazione, innovazione, innovazione.

Fonte:

http://www.larchitetto.it/magazine/giugno-2014